La Baracchina in Percussina è una storica trattoria delle colline fiorentine, nata negli anni sessanta come “merendero” per i fine settimana ad opera di un pioniere, Angiolino detto “i’ccaciaio”, che prima in una roulotte, poi in un banco e poi in una baracca in legno illuminata a gas ha “fondato” quella che, col passare degli anni, di abuso in abuso e di condono in condono, è diventata quello che è oggi: una bella trattoria informale di ottimo livello al limitare di un bosco, con camino e stufa a legna in inverno e belle verande esterne dove battere la calura in estate. In soli 5 minuti si passa dalla frenesia dell’uscita dell’A1 di Firenze Impruneta alla pace del bosco della Percussina.
La mia prima esperienza con la Baracchina risale all’infanzia quando con la famiglia si veniva a fare il pranzo della domenica a prezzi abbordabili. Ricordo che le istruzioni sul cosa ordinare del mio babbo erano sempre “prima guarda a destra e poi a sinistra!”. E sicuramente si ricorda della cosa il figlio di una coppia di amici con cui passavamo spesso i fine settimana perché ancora lo vedo con il menù in mano che dice “a me mi garberebbe la bistecca ma i’mmi babbo ‘un vole!” e a questo punto la sua espressione cambiava in una smorfia di dolore per le pedate che il suo babbo gli rifilava sotto il tavolo… Poi i miei genitori mi parcheggiavano qui per andare a cercare funghi, visto il mio “grande” entusiasmo per la pratica silvestre che mi trasformava in una lagna infinita che gli rovinava il piacere della passeggiata nel bosco.
Mai avrei pensato allora di ritrovarmi qui, dall’altra parte del bancone a fare la parte, senza merito, di Angiolino!
Lo spirito della Baracchina è di fare cucina tipica toscana di alta qualità senza interpretazioni o rivisitazioni, senza fronzoli, semplicemente piatti tradizionali ben fatti per palati che li possono o vogliono conoscere o riconoscere.
La collina sulla quale sorge il nostro ristorante ha una storia che affonda indietro nei secoli fin quasi all’Anno Mille. La Chiesa di Sant’Andrea è attestata già nel 1177 come parte delle proprietà della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Siamo ai tempi delle Crociate contro Saladino, dei Templari, di Federico Barbarossa e della nascita dei primi comuni. Questa zona si trova lungo l’antica variante chiantigiana della Cassia romana, che collega Firenze e Siena (la Via Romea Sanese), tra la Val di Greve e la Val di Pesa. Da qui passavano mercanti, armate e pellegrini, e la famosa famiglia Buondelmonti aveva il castello proprio sul colle qui davanti: Montebuoni.
L’arte che da vita a questi luoghi è prevalentemente rinascimentale e vi si possono trovare artisti quali Della Robbia e il Maestro di Marradi. Proprio agli albori dell’Età Moderna, tra Quattrocento e Cinquecento, un grande personaggio sarebbe venuto a vivere su questa collina: Niccolò Machiavelli. Il fondatore della politica contemporanea aveva dei possedimenti familiari in loco e nel 1512 vi fu costretto all’esilio dalla famiglia Medici, a causa del suo lavoro come segretario della Repubblica Fiorentina anti-medicea degli anni precedenti. Grazie alla sua famosa lettera inviata all’amico Francesco Vettori, conosciamo i dettagli della sua vita rustica all’”Albergaccio”. Egli racconta della noia delle attività di campagna, della meschinità e della bassezza degli individui con cui si ritrova la sera all’osteria a giocare a dadi o a tric trac. Nei momenti liberi e nella pace notturna cerca ristoro nello studio dei classici, di Dante e Petrarca. Sarà proprio su questa collina che l’intellettuale fiorentino scriverà una delle pietre miliari del pensiero politico, il De principatibus (“sui principati”), meglio conosciuto come “Il principe”. Quest’opera, scritta per sopperire alla crisi politica che stava investendo la penisola italiana, consigliava al “venturo principe d’Italia” i modelli di governo migliori per creare e mantenere un regno. Chi sa, forse Machiavelli trasse ispirazione proprio dalla sua osservazione antropologica della natura umana che sperimentò in questo esilio in mezzo ai contadini, carpendone gli aspetti più bassi e terreni, ma anche quelli più alti e nobili.
Da cosa deriva il nome “in Percussina”? Ebbene, una delle ipotesi più accreditate è quella che fa derivare il nome dalle scosse di terremoto. In effetti in questo luogo si registro un forte terremoto nel 1895 e forse da qui fu aggiunto il riferimento alle “percosse” della terra.
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La Baracchina in Percussina, Via Scopeti, 199 – San Casciano in Val di Pesa (Firenze), P.IVA 07173700480
e-mail: info@trattorialabaracchina.it.
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